mercoledì 9 gennaio 2008

"L'Ingenuo" di Voltaire

Ho appena finito di leggere "L'ingenuo" di Voltaire...non vi fate trarre in inganno dall'autore, non è affatto un mattone pesante anzi la lettura è scorrevole e può essere anche letto tutto d'un fiato...è fortemente ironico, con un'esplicita critica alla società francese, alle contraddizioni della religione con i suoi prelati corrotti e lussuriosi, ma più in generale compare la critica all'ingiustizia, la malvagità, l'incoerenza che governano le ralazioni umane. Riporto alcuni passi che mi hanno maggiormente colpito e fatto sorridere...

L'Ingenuo, secondo il suo solito, si svegliò col sole al canto del gallo [...]. Non era come la gente della buona società, che languisce oziosamente nel letto fino a che il sole non abbia fatto la metà del suo cammino, che, incapace sia di dormire sia di alzarsi,perde tante ore preziose in quello stato a metà tra la vita e la morte, e oltre a tutto si lamenta della brevità della vita.

Bisognava innanzitutto confessarsi [...]. L'Ingenuo aveva sempre in tasca il libro che suo zio gli aveva dato (la Bibbia). Non vi aveva trovato notizia che uno solo degli apostoli si fosse confessato, e questo lo rendeva molto restio. Il priore gli chiuse la bocca mostrandogli, nell'epistola di S. Giacomo Minore, quelle parole che mettono tanto in difficoltà gli eretici: confessate i vostri peccati gli uni agli altri. L'Urone tacque e si confessò a un recolletto. Appena ebbe finito tirò fuori il recolletto dal confessionale e, prendendo il suo uomo vigorosamente, si mise al suo posto e lo fece inginocchiare davanti a sé: "Forza amico mio sta scritto: confessate e i vostri peccati gli uni agli altri; ti ho raccontato i miei peccati; non uscirai di qui senza avermi raccontato i tuoi."

...il balivo gli domandò dove andasse. "A sposarmi" disse l'Ingenuo. [...] "Ma ci vogliono notai e preti, testimoni, contratti e dispense" diceva il balivo. L'Ingenuo gli rispose con la riflessione che i selvaggi hanno sempre fatto: "Siete dunque gente parecchio disonesta se vi ci vogliono tante precauzioni."


Lesse qualcosa di storia e ne fu rattristato. Il mondo gli parve troppo malvagio e troppo miserabile. In effetti la storia non è altro che il quadro dei crimini e delle sventure. La massa degli uomini innocenti e pacifici scompare sempre in questi vasti affreschi. I personaggi non sono che ambiziosi e perversi. Sembra che la storia piaccia soltanto quando assomiglia alla tragedia, che languisce se non è animata dalle passioni, i misfatti e le grandi sventure.






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